sabato 25 settembre 2010

One day at the gun!

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E' giunta l'ora. Domani alle 15:45 lascerò il bel paese, per la frenetica e umida vita londinese. Non che qui la vita scorresse tanto tranquillamente. Quest'ultimo mese è stato un continuo andare a destra e manca per preparare le scartoffie per la partenza. Infatti alla burocrozia da ERASMUS si aggiunge anche quella da tesista. E così eccomi a correre da una banca all'altra (sono divenuto cliente Unicredit, BNL e, mio malgrado, San Paolo). Ho notato che sono particolarmente sfigato con le banche. Ho collezionato un numero piuttosto alto di "oggi non funziona il terminale", "oggi non c'è la corrente", "oggi non c'è il direttore". Al di là di questo la più grande preoccupazione che avevo era finire il lavoro in laboratorio prima della partenza così che poi non mi sarebbe rimasto altro che scrivere la tesi.
Temporeggio, ma domani si parte. Fino a ieri non ero per nulla preoccupato. Non ci pensavo molto. Ho passato una notte un po' inquieta (dopo quello che ho mangiato...) e questa mattina mi sentivo diverso. Il peso della partenza alla fine è piombato su di me. Per nove mesi vivrò a Londra, in una città che non conosco, con un persona che non conosco, parlando una lingua che non conosco. Questa forse è la mia paura più grande. Già in Bulgaria ho sperimentato cosa vuol dire andare in un luogo e non capire un emerita mazza. Vedere la delusione di alcuni per i loro tentativi falliti, il disappunto di altri, l'indifferenza di altri ancora che evitavano di parlarmi per non mettermi in difficoltà. I primi giorni erano stati devastanti. Ricordo perfettamente come la quarta sera ero veramente abbattuto. Fortunatamente da quel momento le cose hanno iniziato ad andare un po' meglio. Forse questa volta sarà diverso o forse no. Ma tra un mesetto probabilmente questo non sarà più un problema. Ora mi sento come se fossi sulla sommità della prima salita nelle montagne russe, in uno stato di sospensione, attendendo il momento in cui si cadrà giù veloci in un turbinio di timore ed eccitazione. Penso a quello che lascio, a quello che mi mancherà, a quello che mi aspetta. Ma ormai sono sulla giostra e fortunatamente non si può scendere. Con i prezioni doni dei miei cari amici, prezioni non perchè d'oro ma per quello che rappresentano, mi appresto a precipitare in questa valanga di emozioni.

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